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Salgari Records e Pietra Tonale legano musica e arte con il cinema di Montoya e Cabiria

vibrAXIONES (LIVE)
Domenica 25/2 | Cinema Massimo


Sperimentare vuol dire anche trovare qualcosa dal passato e ricostruirlo, dargli una nuova vita, sfruttando un punto di vista diverso. Questo è quello che ha in serbo per Seeyousound la performance vibrAXIONES, che andrà in scena il 25 febbraio al Cinema Massimo, ad arricchire la sezione Rising Sound. Una performance multidisciplinare che lega musica, cinema e videoarte, perfettamente coerente con la mission del Festival, nata grazie all’incontro di due collettivi torinesi che negli ultimi anni stanno spingendo sulla ricerca di suoni che arrivano da culture differenti. Parliamo di Salgari Records, label di musica elettronica globale, e Pietra Tonale, orchestra sperimentale nel quartiere Barriera di Milano, luogo di multiculturalità.



vibrAXIONES sarà un viaggio, anzi meglio dire un dialogo tra due mondi cinematografici distanti: il cinema contemporaneo del giovane regista Theo Montoya, narrante della nightlife della community queer, e quello italiano strettamente legato alla città di Torino, del tournage – ossia le scene tagliate e il dietro le quinte – del colossal Cabiria del 1914. “Due mondi diversi che vogliamo mettere in dialogo. Si creerà un gioco, di improvvisazione e composizione” spiega la colombiana Camila Restrepo, a cui è affidata la curatela. Un gioco fatto di musica elettronica e strumenti acustici che sonorizzano dal vivo scene inedite del film muto, reinterpretate attraverso la videoarte.

Sul palco a dar vita a questo viaggio musicale, che suona come uno scambio culturale tra Italia e Colombia, ci saranno Davide Vizio, Jacopo Acquafresca, Beatrice Zanin, Giulia Impache e Alessandro Fara.

Gli scambi culturali sonori sono un po’ il mantra con cui nascono i due progetti come ci hanno raccontato gli stessi protagonisti, ovvero Davide Vizio, Camila Restrepo, Beatrice Zanin e Alessandro Fara.

Davide è il fondatore di Salgari Records, e con Seeyousound porterà il suo Migramara dj-set al Magazzino sul Po dividendo la consolle con Batida. “Già il nome dell’etichetta è”, ci dice, “un’intuizione legata alla città di Torino, il nostro punto di partenza. Emilio Salgari, torinese d’adozione, è un autore che è riuscito con i suoi romanzi a creare un immaginario esotico che ha influenzato tutti noi”. Non a caso il simbolo dell’etichetta è una tigre, chiaro riferimento a Sandokan. “Lui però, contrariamente a quanto si può credere, non ha avuto la possibilità di viaggiare tanto: i mondi lontani che ci narra sono il frutto della combinazione tra studio e fantasia; un po’ come noi produttori che lavoriamo nell’etichetta: siamo chiusi al buio di fronte ai computer, immaginando nuovi paesaggi sonori. La label muove i primi passi nel periodo del Covid: è così che la necessità di evasione e la voglia di viaggiare con la musica sono diventate la nostra missione”.

Il progetto di Salgari è nato nel 2018 e ha diverse produzioni e collaborazioni all’attivo. È un viaggio attraverso culture musicali, un percorso di ascolto che guida verso luoghi e tempi lontani. Produzioni elettroniche, groove ipnotici e suoni che migrano come stormi sui continenti del mondo. “Siamo partiti dall’origine del suono, giocando con le suggestioni ancestrali. Nelle nostre release si sente spesso l’eco di musiche tradizionali africane o sudamericane, ma il suono elettronico ci permette di ricostruire quell’idea esplorativa salgariana in chiave moderna, cercando di evitare l’appropriazione culturale. Le esperienze musicali sono da vivere a 360 gradi, seguendo un percorso discografico sensibile anche alle evoluzioni timbriche contemporanee. Legarci a una rete globale di producer è stato lo stimolo per esistere”.

Più vicino all’improvvisazione jazzistica a alla musica di ricerca è il progetto di Pietra Tonale, che, come spiega sempre Davide “nasce come una meteora che cade sulla Terra il giorno di Natale. La storia vera sarebbe questa, ma quella che raccontiamo è un movimento giovane e legato al mondo del jazz che dalla sperimentazione si è trovato in un percorso di improvvisazione collettivo. Un viaggio cominciato con live, masterclass e tour, che ora è diventato associazione”. Oggi i membri dell’orchestra di Pietra Tonale possono contare 29 elementi, di cui fanno parte oltre a Davide, Giulia Impache e Jacopo Acquafresca.

Con vibrAXIONES questi due collettivi oseranno molto, perché, come spiega Alessandro Fara, che durante la performance si occuperà della modulazione video live in base al suono, “non è la classica sonorizzazione di un film. Nel montaggio è stato fatto anche un lavoro di creazione, aggiungendo mie immagini riprese in giro per Torino, che fanno da collante tra Cabiria e i corti di Montoya. Tentiamo di creare spunti nuovi, è una regia aperta. Daremo spazio alle suggestioni del pubblico senza un arco narrativo ben definito”.

Davide Vizio e Beatrice Zanin

“Vogliamo restituire dal nostro punto di vista quello stupore che ha suscitato Cabiria, una rivoluzione del cinema” continua Beatrice. “Metteremo assieme il post-jazz elettronico più sperimentale di Pietra Tonale con la musica di Salgari Records e le sue suggestioni esotiche. Io mi sono occupata di una parte di scrittura che utilizza i suoni dei corti di Montoya come samples, che verrà sovrapposta alle immagini di Cabiria. Saranno quindi stratificazioni concettuali aperte a varie interpretazioni. Ci sarà una parte musicale di omaggio ad Ildebrando Pizzetti, compositore a cui Pastrone e D’Annunzio commissionarono in un primo momento la scrittura delle musiche. Ci saranno dunque molteplici richiami al passato, “una ricerca storica necessaria per quanto limitata al nostro cervello di musicisti” aggiunge ridendo. “Abbiamo cercato, da pagani, di restituire un po’ di giustizia alla storia del cinema”.

Camila, autentica rappresentante della Colombia nel progetto, non nasconde la passione per questa unione dei mondi cinematografici di Cabiria e Montoya. “I film di Montoya sono molto personali e legati alla cultura queer. Abbiamo creato una rete di partenariato per il progetto che insieme all’Archivio del Museo Nazionale del Cinema arriva alla Cinematèca de Bogotà. Gli incontri colombiani hanno influito, creando importati legami”. Un’idea creativa ambiziosa, che vuole anche emanare la passione e l’intima sincerità degli artisti. “Le strade che si percorrono, alle volte, come delle foglie nel flusso della creazione arrivano ovunque”.