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Il virtuosismo sonoro e visivo di Chassol

Christophe Chassol è un talento raro nel panorama musicale, capace di essere molto richiesto da pionieri del mondo pop pur arrivando dal cinema. Francese di origini martinicane, Chassol arriva da una formazione classica ed è la classica persona che noti dentro una stanza piena di gente. Uno stile inconfondibile nella sua semplicità elegante, capelli lunghi alla Basquiat e il sorriso di una persona affascinante, che sa il fatto suo. E in questo senso la sua carriera musicale parla da sola.

La musica ha sempre catturato la sua attenzione sin da appena nato. Nel 1976, quattro anni dopo la nascita di Christophe-Thomas Chassol a Parigi, suo padre lo iscrisse al conservatorio di musica locale, dove nel giro di un paio d’anni iniziò a suonare il pianoforte. Suo padre era un clarinettista e sassofonista dilettante. Lo iscrisse al conservatorio di musica quando Christophe aveva solo quattro anni, e nel giro di due iniziò a dilettarsi con il piano forte, influenzato dal jazz e dalla musica classica. Ha virato verso un lato punk quando era al college. Del resto erano gli anni dei Clash e dei Sex Pistols. Immaginatevelo adolescente con la giacca Harrington, gli stivali neri e i lati della testa rasati.

Le peripezie di Chassol sono proseguite in un cinema dove lavorava, in cui ha lanciato un’orchestra formata da 24 strumenti. Armato di fiducia in se stesso, un pizzico di visione e diploma conseguito al Berklee College of Music, Christophe è andato in tournée in due tour con le leggende della musica francese come Phoenix e Sébastien Tellier. Tuttavia, solo pochi anni dopo, quando incontrò Bertrand Burgalat, le cose iniziarono a cambiare per lui, scoprendo il gusto che condividevano entrambi per l’estetismo. Chassol finì per firmare per l’etichetta di Burgalat, Tricatel, e ci pubblicò il suo album di debutto.

La ricerca ossessiva da esteta lo ha portato a inventare un genere, da lui definito “ultrascore”. Si tratta di una suggestiva tecnica di campionamento che unisce composizione musicale e visiva, mixando diversi generi come jazz, rap, nu wave, world music e elettronica, in simbiosi con immagini riprese a mo’ di documentario che danzano al ritmo della colonna sonora, realizzata a partire dal campionamento dei suoni ambientali. Ha realizzato la sua trilogia di album/film: X-Pianos (2011), Indiamore (2013) e Big Sun (2015). Nel 2020 è uscito il suo lavoro più recente, “Ludi”, che prende spunto da registrazioni condotte a Tokyo e Parigi per esplorare l’universo del gioco nelle sue svariate declinazioni, partendo dal giocoso misticismo del capolavoro di Herman Hesse “Il giuoco delle perle di vetro” (1943).

Potremmo definirla jazz-prog la sua musica, che lo ha portato anche ad Abbey Road a registrare con un mostro sacro della msuica pop contemporanea, Frank Ocean. L’innegabile complessità, sia armonica che esecutiva, dei suoni che compone è un ingrediente necessario della naturalezza con cui scorrono suoni, immagini e atmosfere.

La complessità che si coglie ad un primo ascolto dei suoi album fa il paio con l’entusiasmo dei critici che si sono infatuati di Chassol. Le parole “genio”, “sontuoso” e “meraviglioso” ritornano ancora e ancora per descrivere il suo lavoro. Un po’ quello che è successo alla prima edizione di Seeyousound quando è iniziata la proiezione di “Big Sun”. Immediatamente catturati dal suono degli uccelli martinicani che fischiettano a tempo con le note suonate al piano di Christophe. Un qualcosa di unico, mai visto prima e estremamente in grado di catturare l’attenzione come idea di convivenza dei suoni. Il suono degli uccelli viene poi sostituito dagli altri suoni dell’isola originaria di Chassol. Fischi di persone, soffi nei flauti, il rumore delle pedine di un gioco da tavolo e la voci stesse delle persone incontrate in questo viaggio nella propria terra d’origine. Un’opera visionaria, ipnotica, una “west indian space odissey” sospesa fra musica e documentario, che trasforma la realtà in un unico incessante flusso melodico e ritmico. Questo viaggio è valso il premio del pubblico di Seeyousound, il primo assegnato, creando un legame affettivo e simbolico tra l’artista e il festival che verrà celebrato con la sua esibizione durante la decima edizione del festival. Un ri-incontrarsi, finalmente. Chassol doveva partecipare anche alla sesta edizione, quella cancellata dalla pandemia covid. 

Chassol tornerà a Seeyousound X con la sua eccentrica fluidità, in grado di rapire gli ascoltatori/spettatori ben disposti a fare un giro sulla suo giostra, dove invece dei cavallini ci sono immagini e suoni. Un gorgo di stimoli in cui si avrà la sensazione di trovarsi costantemente al centro e a proprio agio, perché tutto quanto attorno ruota vorticosamente.