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LE CONVERSIONI RELIGIOSE DEI MUSICISTI

LE CONVERSIONI RELIGIOSE DEI MUSICISTI

Di Francesco Giugiaro

Quando i musicisti si convertono o scelgono di percorrere un cammino di fede scatenano sempre reazioni contrastanti, spesso sconcertate da parte dei fan.

Bob Dylan si convertì al cattolicesimo durante un tour del 1978; Dylan racconta di aver sentito una presenza nella sua camera d’albergo in quei giorni che lo spinse ad uscire e a cercare una chiesa. Alcuni membri della sua band dell’epoca erano seguaci protestanti e il cantante seguì la stessa dottrina. L’uomo che aveva scritto nei suoi versi “Non seguire leader” dedicò al suo percorso spirituale tre album. I suoi tour dell’epoca erano pieni di sermoni e preghiere e, a quanto pare, annoiavano terribilmente il pubblico. Dylan proclamava sul palco che Gesù fosse sul punto di tornare per stabilire il suo regno a Gerusalemme per mille anni e che seguirlo fosse l’unica speranza di salvezza per l’umanità. Non deve essere andato tutto liscio, perché alla metà degli anni ’80 Dylan, che all’anagrafe fa Robert Allen Zimmerman, tornò alle origini e alla sua fede ebraica con buona pace, pare, della sua mamma. 

Prima di lui altre star della musica avevano lasciato a bocca aperta i fan con conversioni improvvise. Al Richards, tra i padri fondatori del rock’n’roll sognò una sera di essere inghiottito dalle fiamme dell’inferno mentre era nudo e in preda alla dannazione, tutto questo durante un tour in Australia del 1957. Il sogno per lui era chiaro, se voleva salvarsi doveva cambiare la sua vita peccaminosa e così fece. Divenne predicatore dopo aver frequentato l’Università Cristiana dell’Alabama.

Al Green, star del genere soul, fece più o meno la stessa fine. I suoi album stazionavano in cima alle classifiche di vendita negli anni ’70 quando Al si vede apparire davanti lo Spirito Santo in un Hotel di Disneyland nel 1973; lo interpreta, chiaramente, come un segno ricevuto direttamente da dio. Quando un anno dopo una fidanzata gelosa gli rovescia sulla schiena del porridge bollente e si suicida nella stanza accanto, Al crolla. Da quel momento si eclissa dalla scena musicale per diventare il reverendo della chiesa Full Gospel Tabernacle di Memphis. Al cancella dal suo repertorio le canzoni pop, ma continua a registrare pezzi gospel che gli valgono anche diverse candidature ai Grammy nel corso degli anni ’80.

Leonard Cohen nasce in una famiglia ebrea di Montreal, ma è devoto oggi al buddismo. La sua conversione avvenne negli anni ’70 quando non riusciva a trovare una cura per la sua depressione. A metà degli anni ’90 Cohen abbandonò la sua carriera per trasferirsi nella comunità di Mount Baldy, vicino a Los Angeles, per essere vicino al suo guru Joshu Sasaki Roshi, maestro zen. Per anni si è alzato alle 2 e 30 del mattino, ha preparato da mangiare a Roshi e si è preso cura di lui che all’epoca aveva quasi novant’anni. Cohen non ha abbandonato il suo credo, ma ha lasciato la comunità, questo sì, negli anni 2000, quando ha saputo che il suo manager nel frattempo si era rubato quasi tutti i suoi profitti. Cohen ha ripreso a suonare per rifarsi una fortuna, Sasaki invece è mancato nel 2014 all’età di 107 anni.Le conversioni dei musicisti hard rock sono state ancora più roboanti, soprattutto perché prevedono cambiamenti ancora più radicali, viste le basi di partenza.

Vincent Fournier, figlio di un pastore evangelico, scelse di chiamare la sua band Alice Cooper, sembra, in onore di una strega di Salem che gli si era palesata davanti durante una seduta spiritica. Divenne famoso perché nei suoi show faceva comparire ghigliottine, seghe elettriche, spruzzi di sangue, serpenti (in carne, ossa e squame) ed espliciti riferimenti sessuali. Vincent divenne dipendente all’alcol e per disintossicarsi tornò alla fede cristiana che aveva abbandonato all’inizio della sua carriera. Ama considerarsi come il vero figliol prodigo che ha ritrovato la via dopo essersi perduto. Aiuta ancora oggi musicisti in lotta contro le dipendenze e dice che la vera trasgressione è la fede, troppo facile distruggere le camere d’albergo e sbronzarsi di birra, essere cristiano è una scelta dura, la vera ribellione. 

Brian ‘Head’ Welch chitarrista dei Korn nel 2005 dichiara di essersi convertito e di non riconoscere più quello che aveva fatto durante la sua carriera da musicista. I Korn hanno rivoluzionato la scena metal sia a livello stilistico che a livello di contenuti: sesso, serial killer, storie morbose e violente erano al centro dei loro testi, considerati pervertiti. Welch dipendente dalla metanfetamina era appena stato lasciato dalla moglie, anche lei tossicodipendente, e costretto ad occuparsi da solo della figlia piccola quando chiede a Gesù di salvarlo. L’uomo che viveva in un party continuo, che era così fatto da non riuscire a disintossicarsi e che per 2 anni si era drogato tutti i giorni, trova la fede; Gesù gli dà la forza di liberarsi dalle droghe e gli fa abbandonare la band che da quel momento vive un lento declino. La sua storia musicale ha un lieto fine perché nel 2012 Brian decide di tornare nei Korn che a quel punto si sono tutti liberati dall’autodistruzione. La sua fede gli ha salvato la vita e il cuore di dio batte oggi per tutti i membri della band, dice lui. Welch ha scritto nel frattempo il libro Più Forte: 40 giorni di metal e spiritualità, una specie di catechismo per metallari.  

Giovanni Lindo Ferretti è forse il caso più eclatante di conversione di fede (a 360°) avvenuto in terra nostrana. L’ex CCCP, poi CSI, poi PGR ha fatto scalpore quando ha rivelato di essere diventato cattolico, antiabortista e di ammirare Papa Ratzinger. Il suo percorso politico e artistico passa dalle posizioni di estrema sinistra e la militanza in Lotta Continua, al recente endorsement per Lucia Borgonzoni, rappresentante leghista nella corsa alla presidenza della regione Emilia Romagna del gennaio 2020, tutto questo passando per parole di stima per Giorgia Meloni. Soprassedendo sulla conversione politica, per Lindo la fede è un modo per trovare il suo io, tornare alle origini, alle tradizioni di famiglia. Dopo aver cercato il senso in modi e luoghi diversi, il cantante lo ha trovato tornando a casa, nell’Appennino Reggiano, dove vive oggi allevando cavalli, lo ha trovato tornando al mondo di quando era bambino, tra i monti e il rosario. Le conversioni di qualsiasi genere son questioni personali, questo è ovvio, detto ciò, i fan ne traggono le conseguenze che ritengono. Quel ‘Fedeli alla linea anche quando non c’è’ cantato ieri in un contesto completamente diverso suona oggi profetico se pensiamo al percorso intrapreso da Giovanni Lindo Ferretti, dove è arrivato oggi e cosa è arrivato a pensare.